Dopo essere state esposte lo scorso maggio a Milano, dal 24 gennaio al 22 febbraio 2019 le 48 stampe all’albumina di Antonio Beato – che conserviamo in archivio e che nel 2018 sono state restaurate e digitalizzate grazie al sostegno di Sos Archivi – saranno protagoniste della mostra “Viaggio in Egitto” all’Accademia d’Egitto di Roma, una cornice di grande prestigio e punto di riferimento della capitale per gli studiosi di antichità egizie.
Un’occasione preziosa per il pubblico romano e per quanti di passaggio a Roma per ammirare dal vivo queste rare stampe, la cui fragilità richiede una serie di accorgimenti e tutele, fra cui esposizioni al pubblico limitate e dilazionate nel tempo per impedire che le luci degli spazi espositivi possano danneggiare i supporti.
Ma chi era Antonio Beato e quali sono i soggetti delle sue 48 stampe?
Poche le notizie biografiche su di lui.
Di origine italiana, a lungo viene confuso con il fratello Felice – più noto e attivo in Giappone, con scatti che sono oggi una testimonianza esemplare della vita nipponica nel periodo Edo – in quanto molte fotografiche erano firmate A. F. Beato.
Dopo un periodo di attività insieme al fratello nel Medio Oriente, dal 1860 si trasferisce prima al Cairo e poi a Luxor, dove rimane fino alla morte e apre una fiorente attività di vendita stampe.
Intorno alla metà dell’Ottocento, infatti, la fotografia apre le porte del Mediterraneo e del Medio Oriente agli europei, immortalando monumenti e meraviglie dell’Egitto, di Petra, di Istanbul, della Palestina..con il loro portato di esotismo e curiosità che avrebbe attratto, da lì ai decenni a seguire, sempre più viaggiatori.
Merito, per citare i fotografi più famosi, di Pascal Sebah con uno studio ad Istanbul, di Félix Bonfils che si stabilì in Libano, Luigi Fiorillo e lo stesso Antonio Beato in Egitto.
Sostituendosi al disegno e all’incisione, la fotografia diventa così carnet de voyage cui affidare il ricordo e la testimonianza dei propri viaggi, un souvenir da portare con sè al rientro in Europa.
La presenza di studi fotografici specializzati diventa, quindi, capillare su quelle che sono le rotte più battute; Antonio Beato sceglie l’Egitto, immortalando le antiche vestigia della civiltà faraonica, il ritmo urbano e frenetico del Cairo e i paesaggi che si snodano lungo il corso del Nilo.
Il Cairo: una via, ca. 1870
Veduta frontale del tempio di Amon e Ra-Harakhti a el Sebua, 1878
Facciata del tempio di Hator e Nefertari ad Abu Simbel, ca. 1870
La prima cataratta del Nilo, 1878
Cairo: un mashrabyia per proteggersi dal sole
Il Cairo: tombe di Califfi, 1878
Il Cairo dal monte Visir, ca. 1870
Dendera: il Tempio di Hator, ca. 1870
Questi i soggetti delle 48 albumine che conserviamo in archivio.
Montate – come tipico per le stampe all’albumina, realizzate con una carta molto leggera e tendente ad incurvarsi – su supporti di cartoncino, le stampe sono state sottoposte nel 2018 ad un delicato intervento di spianatura, necessario per restituire perfetta orizzontalità ai supporti che si erano incurvati nel tempo.
L’intervento dei restauratori – reso possibile grazie al sostegno di Sos Archivi – è stato quello di ripulire anche tutte le stampe dalle polveri che vi si erano depositate; le stampe sono state poi sottoposte ad un processo di digitalizzazione affidato ad un’azienda specializzata e sono state, infine, ricondizionate con materiale idoneo.
Un lavoro scrupoloso e complesso, indispensabile per garantire la miglior conservazione possibile per materiali già penalizzati a lungo in passato dall’azione e dal degrado del tempo.
L’esposizione di questo prezioso materiale è dunque l’ultima tappa di un percorso virtuoso partito dal restauro delle stampe e che vuole lasciare allo spettatore, anche, uno spunto di riflessione sull’importanza della tutela e della conservazione e sul concetto di prendersi cura della memoria storica e fotografica inteso nel senso più fisico del termine.
INFORMAZIONI
Viaggio in Egitto. Le fotografie di Antonio Beato nell’Archivio TCI
Accademia d’Egitto
Roma, via Omero 4
24 gennaio – 22 febbraio 2019
lunedì – venerdì, ore 10-17
Ingresso gratuito