Inaugurato il 1 dicembre a Mestre, M9 è il primo museo interattivo della storia d’Italia e degli italiani del ventesimo secolo.
Lo fa secondo i principi dell’edutainment e dei musei di narrazione di nuova generazione e, quindi, non tramite oggetti ma con grandi installazioni multimediali e interattive: documenti audiovisivi, sonori e fotografici raccolti da oltre 100 istituzioni archivistiche pubbliche e private e digitalizzate per l’occasione.
Fra gli archivi coinvolti nel progetto, anche quello del Touring Club Italiano, con oltre 700 immagini su temi vari, dalle dinamiche demografiche alla storia dell’industria, dallo sport all’alimentazione, dagli agenti della nazionalizzazione alle migrazioni.
Le fotografie selezionate sono state poi elaborate e rianimate dai curatori del progetto, a formare un racconto della storia italiana in cui il visitatore possa immedesimarsi e che possa vivere in prima persona, in modo immersivo e coinvolgente.
Nei grandi ritratti di gruppo con cui prende avvio il percorso espositivo, ad esempio, le fotografie dell’archivio TCI sono animate e montate all’interno di proiezioni circolari, un espediente visivo efficace per restituire, a colpo d’occhio, i numeri della popolazione italiana in occasione dei censimenti del 1901, del 1961 e del 2011 – tre spartiacque che registrano i cambiamenti della popolazione italiana nel volgere di un secolo.
Proseguendo nel percorso, gli “specchi magici” consentono al visitatore di immedesimarsi nei personaggi impressi sulla carta fotografica, assumendo i panni di un personaggio – ricco o povero – di ciascun ventennio del secolo passato e potendo così confrontarsi con temi come la scarsa alimentazione, i lavori usuranti, un livello di igiene ben peggiore di quello attuale.
E ancora, una struttura “a mosaico” mette in relazione il patrimonio fotografico del TCI con un altro repertorio audiovisivo eccezionale, quello degli Home Movies ovvero i famosi “filmini di famiglia”. Il risultato è il racconto dei più grandi cambiamenti nel modo di vivere, dal passaggio all’età adulta a tempi e modi del creare famiglia al rapporto con l’invecchiamento.
Continuando nel percorso espositivo, anche il tema delle migrazioni viene interpretato a partire anche dalle fotografie dell’archivio TCI: la narrazione è affidata in questo caso a delle “valigie”, in cui sono montate delle clip che raccontano esperienze di migrazioni che in Italia hanno avuto, a seconda dei casi, fine o origine.
@Alessandra Chemollo
@Alessandra Chemollo
Una storia d’Italia e degli italiani non può, infine, non passare dal cibo – contenitore e contenuto dell’identità italiana insieme alla simbologia della tavola e della condivisione. Un tavolo multitouch racconta, quindi, l’alimentazione degli italiani e le complesse trasformazioni economiche e sociali connesse al cibo – facendo dialogare immagini del nostro e di altri archivi non seguendo il fil rouge malinconico dell’amarcord ma ancora una volta con un intento educativo, dalla spiegazione dei componenti nutrizionali della dieta degli italiani fino alla distribuzione percentuale degli alimenti al passaggio da una società contadina a una industriale, l’industria della grande distribuzione.
In modo analogo, si riflette sulla moda e il costume italiano del secolo scorso, attraverso cui rileggere la trasformazione dell’Italia in un punto di riferimento per il fashion design internazionale, descrivendo il sistema produttivo, la nascita delle filiere e della rete di distribuzione, la nascita del tempo libero e l’ingresso nella società del benessere.
Al secondo piano del museo, il materiale proveniente dall’Archivio Fotografico del TCI è utilizzato, invece, in una serie di video che raccontano gli agenti della nazionalizzazione, ovvero tutti quegli elementi che hanno portato gli italiani a diventare una comunità nazionale: scuola, mass media, forze armate, chiesa, partiti politici, sindacati principalmente hanno lavorato in modo parallelo per plasmare un senso di comunità nazionale che all’inizio del Novecento non esisteva e che si è sedimentato ed è stato lavorato proprio nel corso del secolo breve, consegnando a noi oggi un’idea di italianità in cui, piacenti o nolenti, tutti finiamo per riconoscerci.
Stereotipi, pregiudizi, luoghi comuni: l’identità italiana è fatta anche di questo. E in un museo che vuole illustrare un secolo di storia d’Italia e soprattutto suscitare riflessioni e stimolare il pensiero senza risposte preconfezionate, il percorso espositivo non poteva che concludersi così.
Coltivazione del riso in Lomellina, ca. 1930
Sartoria Facis, Settimo Torinese, ca. 1940
Lavorazione della paglia a Montappone, 1955
Iscrizione a scuola, Milano, 1964
A scuola per diventare sarta, 1962
Un nuovo modello di costume, 1964
Olimpiadi di Roma, 1960
Turisti davanti alle vetrine di Ponte Vecchio a Firenze, 1955
M9
Via Giovanni Pascoli 11
30171 Venezia Mestre
dal lunedì al venerdì 9.00 – 20.00
sabato 10.00 – 21.30
domenica e festivi 10.00 – 21.00
www.m9digital.it/it